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Sì Al Suicidio Assistito Per I Fedeli Inglesi

La maggioranza dei cittadini britannici che seguono una fede religiosa ha deciso di acconsentire al suicidio assistito, lo suggerisce una ricerca che ci indica un dato molto preciso: il 70% degli intervistati ha dichiarato di gradire un cambiamento della legge, mentre sono solo il 16% coloro che vi si oppongono. YouGov ha condotto un sondaggio online su 4.437 adulti britannici e il risultato è chiaro: il governo dovrebbe rendere possibile per qualcuno aiutare una persona malata terminale a morire, senza essere legalmente perseguibile. Il sondaggio sottolinea che i credenti della religione battista, i musulmani e gli indù non sono invece a favore di un cambiamento.

Fra coloro che sostengono la necessità di un cambiamento della legge, l’82% conviene che “un individuo abbia il diritto di scegliere quando e come morire”, mentre quasi il 60% di coloro che si oppongono allo stesso cambiamento, è al corrente del fatto che “le persone più vulnerabili potrebbero essere, o sentirsi, spinte a morire”.

Gli atteggiamenti e i tempi cambiano

I leader della Chiesa Romana sono stati particolarmente rigidi contro il suicidio assistito, ma il 56% di loro ha sostenuto la necessità di un cambiamento della legge; il sondaggio ha anche indicato che maggiormente a favore sono le persone religiose che hanno partecipato attivamente alla vita della chiesa o dei gruppi religiosi. Di contro, il sostegno è sceso al 44% fra i credenti cattolici che hanno partecipato alle medesime attività. Solo fra la religione anglicana, gli ebrei e sikh è stata riscontrata una netta maggioranza a favore di una modifica sulle regole del suicidio assistito.

La professoressa Linda Woodhead, docente di Sociologia della religione all’Università di Lancaster e co-conduttore dei Dibattiti di fede presso la comunità religiosa di Westminster, ha dichiarato che i moderni progressi della medicina hanno cambiato gli atteggiamenti delle persone nei confronti della morte. “Siamo abituati ad avere controllo sulla nostra vita e credo che in parte sia perché c’è anche questa possibiltà, il diritto di decidere da soli”.

Il dibattito è complesso

Un portavoce della Chiesa inglese ha criticato le indagini, considerandole “il modo sbagliato per testare parere sulla questione”. Ha inoltre aggiunto: “La statistica non è riuscita a fornire definizioni precise e condivise dei termini utilizzati: si parlava di diritti, senza alcun riferimento alla natura dei diritti umani e si sono introdotti termini come santità della vita, che hanno una connotazione specificamente religiosa, piuttosto che termini come valore intrinseco della vita, che sono invece neutrali”.

Considerandola pertanto fuorviante, ha concluso: “Questa indagine non aggiunge nulla di valore per l’attuale dibattito sul suicidio assistito, ma cerca di ridurre questioni che invece meritano adeguata e completa considerazione”.

Autore | Daniela Bortolotti

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Chi sono? D. Bortolotti