I cannabinoidi, le sostanze chimiche simili e correlate a quelle che si trovano nella cannabis, potrebbero essere efficaci nel ripristinare la funzione neurologica, riducendo l’area del cervello colpita da ictus, secondo un nuovo studio condotto dal Dott. Tim England, studioso di ictus e Consulente Onorario presso l’Università di Nottingham e Royal Derby Hospital.
L’ictus è una delle principali cause di disabilità negli adulti nel Regno Unito e lascia più della metà di tutti i sopravvissuti dipendente dalle altre persone per tutta la vita. Oltre un milione di individui convivono con i suoi effetti e nel solo Regno Unito, oltre 150.000 persone hanno un ictus ogni anno. Scoprire nuovi trattamenti per aiutare i sopravvissuti a recuperare in fretta non è mai stato tanto importante.
Gli autori hanno esaminato 94 studi che valutano gli effetti dei cannabinoidi su 1.022 topi, scimmie e ratti maschi: i cannabinoidi possono essere classificati in endocannabinoidi, che si verificano naturalmente nel corpo, fitocannabinoidi, che sono ottenuti da estratti di piante e cannabinoidi sintetici. La meta-analisi di studi sperimentali condotti dai ricercatori dell’Università di Nottingham identifica il potenziale di tutte e tre le categorie di questi composti per ridurre il danno cerebrale causato da ictus e contribuire a migliorare la funzione del cervello dopo un attacco.
Sono necessarie ulteriori ricerche prima di passare a valutazioni iniziali di sicurezza in uno studio clinico per verificare se i cannabinoidi hanno gli stessi effetti sul cervello umano molto complesso. Il governo americano ha chiesto un brevetto nel 2001 per la molecola di marijuana detta cannabidiolo, da utilizzare come protezione cerebrale durante l’ictus.
Autore | Daniela Bortolotti
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