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Ansia: Cause, Sintomi, Diagnosi, Trattamenti e Prevenzione

VIOLA DANTE, PALERMO – L’ansia (descritta anche come senso d’angoscia o di preoccupazione) è un particolare stato psicologico e fisiologico imperato da componenti somatiche, emozionali, cognitive e comportamentali.
Il senso di dispiacere e la preoccupazione prendono il sopravvento che, in un abbraccio soffocante con lo stress, può sfociare in paura, agitazione, terrore e inquietudini.

L’ansia è da considerarsi una reazione normale, fisiologica, dell’individuo sottoposto ad un fattore di stress.
Di sé e per sé non è del tutto negativa. Essa infatti può aiutare l’individuo a superare ostacoli e situazioni difficili, spronandolo a mantenere alta la concentrazione.

Ansia e paura, infatti, sono fondamentali per la sopravvivenza di un soggetto. Esse agiscono come un meccanismo automatico che protegge il corpo dallo stess e dai pericoli. Tutte le volte che ci si sente ansiosi o che si ha paura, l’organismo risponde producendo e rilasciando dei particolari ormoni. Uno su tutti l’adrenalina che accelera il battito cardiaco in modo tale che più sangue possa arrivare al distretto muscolare o all’organo più importante, per superare quella determinata situazione fattore di ansia o paura.

Solitamente il respiro si accorcia e diventa più veloce (per apportare più ossigeno), il corpo suda (per evitare un surriscaldamento), la bocca si prosciuga, la digestione rallenta (perchè tutto il sangue possa spalleggiare l’attività dei muscoli) e i sensi diventano più sensibili e tengono continuamente aggiornato un cervello in allerta come mai.

“Scappare o Combattere”, il corpo è pronto come un centometrista che aspetta di scattare sul via.

Naturalmente siamo degli animali complessi e accade che il nostro corpo reagisca in maniera del tutto simile a delle situazioni che magari non mettono direttamente in pericolo la vita, ma che devono essere affrontate ugualmente a muso duro, perchè IMPORTANTI per i ruoli sociali che tutti i giorni interpretiamo. Parlare in pubblico, superare un esame, sottoporsi ad un prelievo o un test medico, etc, sono solo alcune delle situazioni che, benchè non ci mettano direttamente a rischio, possono creare ansia.

Solo quando l’ansia diventa eccessiva, allora la si classifica come “disturbo d’ansia” o GAD – acronimo per “Generalized Anxiety Disorder”, che tradotto diventa: Disturbo d’ansia generalizzato.

Che cosa è il Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD)?

Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è un disordine dell’umore (stato d’animo) caratterizzato da preoccupazioni ed ansie multiple e non sempre specificate.
Il senso d’angoscia interferisce con quelle che sono le normali attività di un individuo di pensare, parlare, dormire, etc.
I sintomi del disturbo d’ansia generalizzato sono descritti dalla stessa parola ansia.
Essa deriva dalla parola latina “anxietas”, che vuol dire soffocare o essere sconvolto. La parola stessa descrive al meglio i sintomi emozionali, comportamentali e fisici tipici di un soggetto che crede di “essere in pericolo”.

La Classificazione Dell’Ansia

L’ansia può essere costruttiva (quella che ci aiuta a migliorare le nostre prestazioni fisiche e mentali) o può somatizzarsi in un disordine.
In questo ultimo caso l’individuo presenterà sintomi quali: paura, angoscia, ansia ed altri stati d’animo che debilitano le capacità di un soggetto.

P U B B L I C I T A'

I più comuni disordini dell’ansia ricalcano delle vere e proprie fobie. Altri li conosciamo sotto i nomi di: disturbo d’ansia sociale; attacchi di panico, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo ossessivo compulsivo e disturbo da stress post-traumatico.

Quanto è comune il disturbo d’ansia generalizzato?

Purtroppo il GAD (lasciatemi usare l’acronimo) è piuttosto comune in una società frenetica e stressata come la nostra. Provate a chiederlo al vostro medico di fiducia.
Circa il 5% della popolazione mondiale svilupperà il disturbo d’ansia nel corso della sua vita. Detto in altri termini, ogni giorno ci sono milioni di persone soffocate ed oppresse dall’ansia.
Le statistiche dei ricercatori ci dicono che questa malattia compare timidamente delle prime volte attorno ai venti anni.
Anche i bambini possono soffrire d’ansia. Ma se questa si attesta ad uno scarso 0.7% nei primi anni di vita, vede un notevole incremento delle probabilità una volta raggiunta l’infanzia piena.

Perchè alcune persone soffrono maggiormente d’ansia rispetto ad altre?

Un individuo risponde allo stess in maniera del tutto diversa dall’altro.
La sua personalità, le circostanze immanenti e il suo passato con le relative esperienze, tutte queste cose si mescolano insieme in una miscela unica ed irripetibile.

Molte persone, che soffrono d’ansia, hanno raccontato di avere avuto un passato nel quale non riuscivano a tenere a bada le proprie emozioni. Ed il loro presente non è affatto migliorato. Infatti, tutte le volte che rivivono emozioni simili a quelle passate, cominciano a soffrire di disturbi d’ansia.

La famiglia ha una forte influenza sul carattere di una persona.
Se il proprio padre o la propria madre tendevano a vedere il mondo sotto una luce negativa, come un qualcosa di ostile e pericoloso, hanno inconsapevolmente contribuito allo sviluppo di tale disordine.

Alcune teorie affascinanti, inoltre, suggeriscono che si possa ereditare la tendenza ad essere più o meno ansiosi.
In questo modo l’ansia entra a far parte del dna e della personalità più o meno inconscia di una persona.

A tutto questo vanno associati i pericoli di uno stile di vita non proprio salutare: caffeina, consumo eccessivo di zucchero, dieta povera di vitamine e magnesio, l’uso di droghe o l’abuso di farmaci e lo stress possono scatenare uno stato ansiogeno.

Un’attenzione particolare la dobbiamo riservare alla paura del futuro e alla sensazione di non avere nessun controllo sulla propria vita.
Soprattutto quando si pensa all’avvenire ci si ritrova in balia dei dubbi e delle incertezze. E’ proprio allora che si casca tra le braccia dell’ansia. Ed è un circolo vizioso dal quale è difficile uscire, perchè fortemente sottovalutato: “troverò lavoro o perderò il lavoro” “mi ammalerò di cancro” “verrò derubata” “che succederà ai miei figli” (tanto per citare le preoccupazioni più ricorrenti)?

Quali sono i fattori di rischio del disturbo d’ansia generalizzato

Il GAD non è scatenato da una singola causa.
In tutti i casi sembra che le donne siano più soggette a soffrirne rispetto agli uomini. Quelle giovani, più delle adulte.

I fattori di rischio più comuni sono:

  • – cattivi esempi di individui (famigliari o amici) che tendono a scansare e ad arrendersi a qualsiasi situazione, “purchè non ci succeda nulla” – tanto per citare un bel film che ho visto qualche giorno fa: Emotivi Anonimi;
  • – condizioni sociali particolari (per esempio appartenere ad una piccola etnia);
  • – comportamenti repressi per qualche motivo;
  • – disaccordi famigliari;
  • – genitori ansiosi che scaricano lo stress sui figli;
  • – problemi di salute;
  • – pubertà precoce nelle ragazze;
  • – reddito lavorativo socialmente poco rilevante;
  • – troppo stress;

Gli adolescenti che fumano sono solitamente maggiormente a rischio indipendentemente dal sesso.

Quali sono i sintomi e gli effetti dell’ansia?

I sintomi più comuni dell’ansia sono:

  • – agitazione e/o irritabilità;
  • – crampi allo stomaco;
  • – innalzamento della pressione sanguigna;
  • – insonnia o problemi di sonno (difficoltà a prendere sonno o sonno poco ristoratore – ci si alza più stanche di prima);
  • – la necessità di visitare urgentemente una toilet;
  • – l’impressione momentanea di avere la mente “vuota”;
  • – sensazione di stanchezza diffusa anche se si è fatto poco o nulla;
  • – tensione muscolare;

Più evidenti sono gli effetti di un’ansia associata ad una specifica situazione (e allora si parla di fobie specifiche) o quella dovuta a paure sociali (in questo caso avremo a che fare con delle fobie sociali).

Ai sintomi dell’ansia più comuni dobbiamo aggiungere quelli associati ad un evento traumatico (disordine ansiogeno post-traumatico):

  • – evitare il contatto con la gente o certi posti o certe situazioni, che riportano alla mente il trauma;
  • – difficoltà a fidarsi degli altri;
  • – prestare eccessiva attenzione alla propria sicurezza o a quella dei propri cari (ipervigilanza, ad esempio);
  • – rivivere il trauma ancora ed ancora durante il sonno o con flashback;
  • – tendenza ad allarmarsi o spaventarsi facilmente;
  • – vivere il futuro con ansia, come se fosse una terra desolata ed arida;

Oltre ai sintomi più comuni dell’ansia, vanno aggiunti quelli che si manifestano una volta che i livelli di stress e preoccupazione raggiungono livelli tali da tramutare l’ansia in una vera e propria crisi di panico:

  • – palpitazioni accelerate e batticuore;
  • dolore al petto o sensazione di una improvvisa stretta al petto, sentendosi come se si stesse per avere un attacco di cuore;
  • – fiato corto, respiro affannoso o difficoltà respiratorie;
  • – sudare dai palmi delle mani;
  • – nausea o altri disordini intestinali;
  • – tremore più o meno accentuato;
  • – sensazione di sbandamento, di instabilità, di stordimento o di svenimento;
  • derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sentirsi distaccati da se stessi);
  • – paura di perdere il controllo;
  • – paura di impazzire;
  • – sensazioni di intorpidimento o formicolio;
  • – brividi di freddo o vampate di calore;
  • – sentirsi come se si stesse soffocando;
  • – senso imminente di essere destinati a qualcosa di tragico e doloroso;
  • – sentirsi come un individuo che sta per morire;

Naturalmente gli adolescenti ed i fanciulli hanno maggiori difficoltà ad accorgersi della irrazionalità dei loro comportamenti e dei loro pensieri. Per questo non deve mai mancare una famiglia (intesa come luogo di crescita) amorevole e capace di guidare la ragazza o il ragazzo in tutta la sua fase di crescita.

Ancora maggiore attenzione va dedicata ai bambini che, a differenza degli adolescenti, tendono ad esternare meno i loro sentimenti.
In questi casi l’ansia si somatizza più facilmente in dolori fisici come il mal di stomaco, mal di testa o in comportamenti eccessivamente appiccicosi o teatrali. Problemi, che se non puntualmente trattati, potrebbero ripercuotersi in fastidiose patologie croniche.

DIFFERENZE TRA UOMINI E DONNE – Sebbene i sintomi dell’ansia possano essere tantissimi (lo abbiamo visto poco più sopra), donne ed uomini dimostrano un diverso modo d’approcciarsi e di vivere il loro quotidiano.
Il sesso forte tende a mostrare l’ansia attraverso sintomi psicologici come la tensione, l’irritabilità o l’angoscia di un futuro prossimo nefasto.
Le donne, invece, somatizzano letteralmente l’ansia in sintomi fisici quali il dolore al petto, tachicardia, nausea, difficoltà respiratorie, etc. Problemi che non di rado accompagnano la donna verso patologie cardiache.

Come viene diagnosticato un disturbo d’ansia generalizzato?

Per quanto il concetto di ansia possa essere semplice da capire e spiegare, non è altrettanto scontata la sua diagnosi.
Tutte le volte che si ha a che fare con la salute umana è bene procedere con i piedi di piombo. Ecco perchè, nel caso in cui un professionista sanitario avesse il dubbio che un suo paziente possa soffrire del disturbo d’ansia generalizzato, l’individuo viene sottoposto ad una serie di colloqui medici ed esami fisici, che ne possano delineare più dettagliatamente il quadro clinico.

L’ansia può essere associata ad un numero incredibilmente alto di patologie mediche e, allo stesso tempo, può essere un effetto collaterale di una particolare terapia. Per questi motivi i sintomi vanno analizzati, elaborati in laboratorio e concatenati.

Dei riconosciuti criteri diagnostici per il disturbo d’ansia generalizzato sono:

  • – attacchi d’ansia ed eccessive preoccupazioni che si verificano con estrema frequenza (sono più le crisi registrate in una manciata di giorni che tutte quelle accumulate nei 6 mesi precedenti). Le preoccupazioni possono essere sia generalizzate che essere legate ad eventi molto specifici come una determinata attività scolastica, una ricorrenza particolare o un impegno lavorativo;
  • – difficoltà nel controllare paure e preoccupazioni;
  • – le angosce e le paure sono associate ad almeno tre (o più) sintomi che abbiamo descritto precedentemente;
  • – ci si sente in ansia ma si riesce a spiegarne difficilmente il perchè. A differenza delle fobie, della schizofrenia e dei disturbi ossessivi compulsivi, dove le idee sono fisse e recidivanti, nel GAD il soggetto non palesa chiaramente la sua preoccupazione.
  • – l’ansia e le angosce causano sintomi che inficiano le funzioni psichiche e fisiche di un soggetto. La sua vita lavorativa ed affettiva ne risentono significativamente;
  • – La malattia non è dovuta solo all’effetto di particolari sostanze assunte (pensiamo alle droghe o all’abuso dei farmaci) né ad una condizione medica particolare (ad esempio ad uno squilibrio ormonale dettato dal malfunzionamento della tiroide). Inoltre non si manifestano soltanto alcuni particolari disordini emotivi e “psicotici”.

Come si cura l’ansia?

Vista la sua ampia diffusione è anche logico aspettarsi che il mercato sia pieno di trattamenti votati al controllo dell’ansia.
Li possiamo suddividere in cure farmacologiche e sedute psicoterapeutiche.
Soprattutto queste ultime vengono trattate con troppa sufficienza, quando in realtà sono d’immenso aiuto; specie le terapie di gruppo.

Uno dei farmaci più utilizzati nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzato è il buspirone (Buspar). Purtroppo non è il massimo per gestire altri disordini, che spesso si presentano in concomitanza con il GAD.
Per questo motivo, ultimamente, vengono prescritti più spesso le classi di farmaci SSRI e SSNRI, che inibiscono selettivamente la ricaptazione della serotonina e/o della noradrenalina.
Esempi di farmaci SSRI sono: la Fluoxetina (Prozac); Sertralina (Zoloft); Paroxetina (Paxil); Citalopram (Celexa); Escitalopram (Lexapro).
Esempi di SSNRI: Duloxetina (Cymbalta); Venlafaxina (Effexor).

Un altro farmaco che può essere usato nel trattamento dell’ansia è il Bupropione (Wellbutrin). Il suo impiego è soprattutto noto a coloro che hanno avuto a che fare con la depressione, ma può rivelarsi veramente utile anche nel caso del disturbo d’ansia generalizzato.

Un accenno doveroso lo dobbiamo fare anche alle famose Benzodiazepine (spesso abbreviate BZD) che sono particolarmente indicate per trattare i gravi sintomi dell’ansia: attacchi di panico, disturbi da stress post-traumatico, etc…
Tra i principi attivi più prescritti ci sono il Clonazepam (Klonopin) e Lorazepam (Ativan).
Gli attacchi di panico sono spesso trattati con l’alprazolam (Xanax).
Tuttavia i suoi effetti benefici sono breve durate e questo si traduce purtroppo in una precoce assuefazione ed un abuso del farmaco che viene preso anche più volte nell’arco di uno stesso giorno.

I farmaci appartenenti alla famiglia dei beta-bloccanti (propranololo [Inderal], tanto per fare un nome) vengono usati qualche volta per apportare dei rapidi benefici ai sintomi fisici associabili ad un attacco d’ansia.
Per i casi più gravi, che sfociano in severi attacchi di panico, possono essere utilizzati medicinali come il Neurontin (Gabapentin) – indicato proprio nei casi di crisi – o i vari Risperidone (Risperdal), Olanzapina (Zyprexa), Quetiapina (Seroquel) e Aripiprazolo (Abilify) – che fungono da ottimi neurolettici, contro fenomeni come la schizofrenia o il disturbo bipolare o le psicosi maniaco-depressive.

Soggetti che soffrono d’ansia possono anche avere problemi di insonnia. In questo caso uno dei farmaci maggiormente prescritti è lo Zolpidem (Ambien), trattamento per l’insonnia (per brevi periodi di tempo).

Prima dei farmaci SSRIs e SSNRIs venivano prescritti degli antidepressivi triciclici. Tuttavia il loro uso è quasi caduto in disgrazia visto che le nuove cure si sono rivelate più efficaci e portatrici di un numero minore di effetti collaterali.

Oltre alla medicina farmacologica alcuni soggetti che soffrono del disturbo d’ansia generalizzato hanno trovato sollievo e nella ipnosi e nell’assunzione di integratori a base di erbe che contengono kava: un’antica pianta arbustiva del Pacifico occidentale. I suoi principi attivi sono dei derivati fenilpropanici detti kavalattoni. Se ne conoscono almeno 15 e tutti psicoattivi, soprattutto sedativi ansiolitici ed antidepressivi. Questi effetti sono dovuti al rallentamento nella ricaptazione delle catecolamine, all’attivazione dei recettori GABAergici e all’inibizione dei canali del sodio.
Gli effetti della kava contro l’ansia sono simili a quelli delle benzodiazepine, ma gli effetti collaterali (sonnolenza ed intorpidimento) sono molto ridotti o quasi del tutto assenti.

Anche la psicoterapia è importante nel curare l’ansia e tutti i suoi sintomi.
Una combinazione tra farmaci e sedute terapeutiche è sicuramente il miglior modo per tirarsi fuori dal tunnel dell’ansia, senza il rischio di caderci una seconda volta con tutt’e due i piedi.
La terapia di gruppo si è rivelata molto efficace nel riuscire ad abbattere il muro della vergogna e della diffidenza sociale. Inoltre aiutandosi a vicenda, i soggetti imparano meglio a controllare l’ansia e ad apprendere le tecniche di rilassamento emotivo.
Solitamente i primi risultati si raccolgono dopo due, tre mesi di terapia. I sintomi dell’ansia si riducono e vengono tenuti sotto controllo più facilmente.

Alcuni accorgimenti, che fanno bene a chi soffre d’ansia, sono quelli di evitare sostanze eccitanti come la caffeina, il té, l’alcol, etc.
Inoltre è fortemente incoraggiato l’allenamento aerobico che migliora l’intera salute del corpo e premia l’organismo con il rilascio delle endorfine.
Vanno bene anche lo yoga, i massaggi e qualsiasi altra tecnica che tende a scaricare lo stress.

Molto comune è l’immagine di chi respira dentro un sacchetto per far fronte all’iperventilazione dovuta ad un attacco d’ansia.
E’ stato dimostrato che gli effetti benefici di questo trattamento sono solo dei placebo. Anzi, nel caso in cui l’iperventilazione sia dovuta ad una carenza di ossigeno, respirare all’interno di un sacchetto potrebbe essere molto pericoloso e portare ad attacchi d’asma o crisi cardiache.

Quali sono gli effetti collaterali dei farmaci contro il disturbo d’ansia generalizzato?

Un farmaco apporta sì dei benefici, ma cela anche degli effetti collaterali. Per questo motivo è sempre bene fare una lista dei pro e dei contro nell’intraprendere una particolare terapia farmacologica.
Non si può prescindere dal rivolgersi ad un medico professionista a tutto tondo, che prenda in esame la condizione clinica del paziente ed i farmaci che già assume.
Per questo sarebbe meglio indirizzare le donne in dolce attesa verso una cura psicoterapeutica, evitando i medicinali che potrebbero avere delle ripercussioni sul feto.

Se l’ansia non è curata a cosa può portare?

Anche se i sintomi dell’ansia possono essere facilmente tenuti sotto controllo attraverso diverse terapie, molte persone sottovalutano l’ansia e non si curano.
E’ stato dimostrato che donne in preda al GAD diano alla nascita dei feti in sottopeso.
Inoltre è molto probabile che se gli adolescenti non si disfano dell’ansia, essa li renderà più soggetti alla depressione ed al malumore, ad avere problemi comportamentali e a fare uso ed abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
Per di più negli adulti cresce il desiderio di farla finita e di suicidarsi.
Solitamente le terapie scolastiche hanno scarsi risultati sugli adolescenti e gli adulti con un lavoro poco gratificante economicamente fanno tanta fatica a recuperare una condizione ottimale.

Esistono forme di prevenzione contro l’ansia?

Si tratta di una domanda scomoda.
Voglio rispondere senza dare delle colpe.
Una famiglia ansiosa e stressante, i comportamenti inibiti, la vicinanza di persone che evitano qualsiasi sfida, e tutti gli altri fattori di rischio devono essere presi di petto per interrompere il cerchio.
Avere dei figli è una grande responsabilità. Come possiamo pretendere di migliorarli se prima non agiamo su noi stesse?

L’ansia si può prevenire, ma implica una presa di coscienza dei propri errori ed un amore smisurato verso i propri figli, che ci spinga a cambiare e migliorarci.

Autore | Viola Dante

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.