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Salmonella: Allarme Polli Infetti Negli Stati Uniti

I ricercatori della University of Georgia, hanno rilevato la presenza di salmonella e campylobacter in 55 gruppi di pollame in Georgia.

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, la maggior parte dei casi di infezione da Campylobacter negli Stati Uniti sono stati associati a pollame crudo o poco cotto.

Uno studio del 2011 condotto dalla USDA (l’agenzia per la sicurezza alimentare) e dall’ Inspection Service ha rilevato che il 48% della diffusione di salmonella è attribuita proprio alla carne di pollo venduta negli Stati Uniti, mentre il 17 % è attribuito a prodotti aviari provenienti dalla Turchia.

Negli ultimi anni, gli studi hanno riscontrato che tra il 50 e l’80 per cento dei polli venduti al dettaglio sono contaminati da Campylobacter, mentre circa il 15 per cento è affetto da salmonella.

Secondo uno studio condotto dal Consumer Reports nel 2010 di 382 polli acquistati da più di 100 supermercati, negozi di alimentari, e da catene di grande distribuzione in 22 stati Usa, il 62 per cento conteneva il Campylobacter e la salmonella mentre il 9 per cento presentava entrambi gli agenti patogeni.

Sulla scorta dei risultati riportati da questo studio, inoltre, è emerso che la carne di pollo si infettava principalmente durante la fase di allevamento.

Da questo deriva che la riduzione di allevamenti di polli contribuirebbe a ridurre il rischio di diffusione di focolai infettivi e limiterebbe il rischio di malattie a trasmissione alimentare. E’proprio quanto sostiene Roy Berghaus, uno degli autori dello studio, in un comunicato stampa.

“Questo aspetto”, ha detto l’esperto, “è importante perché la maggior parte dei nostri sforzi per ridurre gli agenti patogeni di origine alimentare sono attualmente focalizzati su ciò che accade durante la lavorazione della carne piuttosto che nella fase delicata dell’allevamento”.

Per la prevenzione della salmonella, è quindi opportuno procedere con una vaccinazione delle galline, con il trattamento di pulcini appena nati con un prodotto specifico che impedisca la colonizzazione di batteri patogeni nell’intestino dell’uccello, e con l’uso di acqua acidificata.

Tuttavia, sottolineano i ricercatori, i metodi finora applicati non sono stati totalmente efficaci nel ridurre la diffusione del campylobacter tra i polli.

Per questa ragione, gli sforzi per impedire che l’agente patogeno entri e si infili nell’ambiente dove vivono gli uccelli devono essere precisi e mirati e basati su rigorose misure di biosicurezza durante il processo di allevamento.

Un’altra soluzione è costituita anche dal processo di congelamento delle carni macellate e lavorate: questa prassi è in grado di ridurre la presenza di Campylobacter, hanno osservato gli autori dello studio.

13 giugno 2013

Autore | Marirosa Barbieri

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.