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Mortalità Cancro: Quanto Può Vivere Una Persona Affetta Da Tumore Maligno?

Oggi mi è capitato di leggere un rapporto del Macmillan Cancer Support a proposito di cancro e tasso di sopravvivenza, che mette a confronto le diagnosi, le cure, la riabilitazione e la mortalità dei  pazienti affetti da cancro dal 1970 al 2016 .

La buona notizia è che i pazienti malati di tumore (mi riferisco a quello maligno) oggi hanno il doppio di probabilità di sopravvivere per almeno 10 anni rispetto a 40 anni fa. Gran parte del miglioramento è dovuto agli esami di screening, che sono principalmente progettati per individuare il cancro in fase iniziale, quando i tassi di sopravvivenza sono molto più alti. Il resto è dovuto ad un migliore trattamento.

Lo studio mette in evidenza anche la lotta che i sopravvissuti al cancro devono affrontare. Circa 35.000 persone con diagnosi di cancro nel 1970 (24.000 donne e 11.000 uomini) sono vivi ancora oggi. I tassi di sopravvivenza per il cancro al seno (circa 8.000 dei sopravvissuti dal 1970 hanno avuto il cancro al seno) sono migliori rispetto ad altri tipi di cancro – per esempio, solo 800 dei sopravvissuti avevano il cancro al polmone, il secondo tumore più comune nel Regno Unito. Nel complesso ci sono circa 2,5 milioni di persone nel Regno Unito che convivono con il cancro oggi. Tra esami di screening, migliore qualità del trattamento e aumento dell’aspettativa di vita ci si aspetta che entro il 2030 tale cifra arrivi a più di 4 milioni.

P U B B L I C I T A'
E in Italia?

In Italia, secondo statistiche ISTAT, sono morte circa 177.000 persone nell’anno 2012 (scusatemi, ma non sono in possesso di statistiche più attuali). Circa un uomo deceduto ogni 3 è vittima di cancro; quasi una donna deceduta ogni 6 è vittima di cancro.

I pazienti con diagnosi di cancro oggi hanno esperienze estremamente positive riguardo il loro trattamento – il sistema sanitario nazionale (mi riferisco a quello inglese, poichè inglese è anche lo studio) è in gran parte riuscito a garantire che i malati ottengano un rapido accesso al trattamento per ridurre il rischio di progressione del cancro. Il cancro sconvolge le vite dei malati e per mesi il loro calendario ruota attorno agli appuntamenti in ospedale.

Ma una volta che la prima fase del trattamento è finita, molti di essi riferiscono di essere ‘abbandonati’ e lasciati a se stessi. Il cancro è una condizione grave che richiede un trattamento serio, che spesso provoca effetti collaterali che possono durare mesi o addirittura anni. Il Macmillan stima che 625.000 persone nel Regno Unito soffrano di depressione a causa del cancro. Molte persone vivono nella paura costante che il loro cancro ritorni. Fino a 1 persona su 4 può soffrire di effetti collaterali a lungo termine, tra cui incontinenza della vescica o incontinenza fecale.

Da anni le linee guida nazionali raccomandano che le persone con il cancro si sottopongano a riabilitazione, proprio come la riabilitazione cardiaca per i pazienti dopo un attacco di cuore. Ci sono moltissime prove che l’esercizio fisico possa contrastare efficacemente la stanchezza e la depressione causate dal cancro e dal suo (PESANTE, è utile ricordarlo!) trattamento.

Non c’è dubbio che gli esami di screening salvino la vita, ma anche lo screening non è privo di rischi. Ad esempio si stima che lo screening al seno per le donne di età compresa tra 50 e 70 anni consenta di salvare 1.300 vite all’anno – ma ad un costo di 4.000 donne trattate inutilmente. Lo screening per il cancro intestinale è ora offerto a tutti nel Regno Unito e si stima che  2.000 vite all’anno potrebbero essere salvate se tutti facessero l’esame . Ovviamente in tantissimi hanno paura di esporsi al giudizio “freddo e impersonale” dei test, e preferiscono correre il rischio di non sapere quale sia la loro attuale situazione.

Lo screening per il cancro del collo dell’utero viene offerto a tutte le donne tra i 25 e i 65 anni – ma purtroppo i dati mostrano che i livelli di copertura, tra alcune fasce di età, sono in calo. In realtà, lo screening cervicale ha lo scopo di rilevare mutazioni potenzialmente cancerogene in modo che possano essere trattate prima che si trasformino in cancro. È quindi una forma di prevenzione che impedisce non solo i decessi per cancro, ma la formazione del cancro stesso.

Quindi, un  raddoppio del tasso di sopravvivenza nel giro di alcuni decenni è davvero una buona notizia . Ma ci terrei a sottolineare l’importanza del prendere una decisione informata riguardo lo screening e del cogliere le opportunità di test quando vengono offerte. La prevenzione è il modo migliore per far sì che questa tendenza positiva continui. Purtroppo in Italia sempre meno gente si cura, soprattutto al Sud Italia. Ed è una situazione indecorosa. Gli esami di screening costano sempre di più, le liste di attesa sono di mesi e mesi ed anche il costo dei farmaci è diventato un peso insostenibile per molte famiglie.
Come potete vedere, ruberia dopo ruberia, ingiustizia dopo ingiustizia, si possono curare soltanto le persone ricche o quelle che non dichiarano nulla. Per tutte le altre, il ceto medio, si sono spalancate da tempo le porte del Limbo, dove intere famiglie vivono nella più sconsolata e taciuta sofferenza.

Autore | Viola Dante

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.

Un commento

  1. Considerazioni giustissime che condivido. L’abbassamento del livello di reddito ha determinato un allontanamento dalla cura con conseguenze gravissime. Riguarda i malati di cancro ma anche i malati in genere. Le persone pretendono l’antibiotico dal proprio medico, ma non fanno i semplici esami di screening, che per amor del vero, per le donne sono tutti gratuiti. La paura è più forte della prevenzione, purtroppo