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Il Narghilè Non E’ Più Sicuro Delle Sigarette

Il narghilè, alias la pipa araba, non è meno dannosa rispetto alle sigarette.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, sembra che fumare narghilè (dai 20 agli 80 minuti) equivalga ad aspirare circa 100 sigarette.
La pericolosità del narghilè è riportata in uno studio condotto dalla Universidad Anahuac di Huixquilucan, in Messico e pubblicato su Respiratory Medicine dal ricercatore Ruben Blachman-Braun.

Perchè il narghilè non è più sicuro della sigaretta?

Perchè, tuonano gli esperti, gli incalliti fumatori di narghilè tendono ad abusare di questa forma di fumo pensando che sia meno dannoso e dunque aspirano per più di un’ora dal particolare strumento.

Quali rischi?

I rischi legati all’abituale consumo di narghilè vanno dalle patologie oncologiche (tumori ai polmoni al cavo orale), a problemi respiratori e a pericoli di trasmissione di malattie infettive come l’herpes o l’epatite C dal momento che durante le sessioni si aspira dallo stesso bocchino, a bronchite cronica, a malattie cardiache e complicazioni durante la gravidanza.
Come spiega Tracey E. Barnett dell’Università della Florida, “il narghilè può essere dannoso per i ragazzi e portare non solo a un avvelenamento da monossido di carbonio oltre ad innescare dipendenza“.

P U B B L I C I T A'

La cultura del narghilè (un pò di storia)

Il narghilè o “shisha” è un dispositivo diventato sempre più comune in Europa e nell’emisfero occidentale negli ultimi anni. La pratica è salita alla ribalta nel subcontinente indiano nel 15 ° secolo e successivamente si è diffusa attraverso l’Impero Ottomano. Secondo una stima, circa 100 milioni di persone in tutto il mondo fumano narghilè ogni giorno.

Anche se lo strumento con una serie di tubi e boccagli non richiama per niente l’aspetto di una sigaretta, viene quasi sempre utilizzato il tabacco per fumare.

Che cosa dicono gli studi condotti?

Gli autori del recente studio, guidati dal dottor Ruben Blachman della Universidad Anahuac in Huixquilucan, dicono di aver trovato livelli di nicotina nelle urine dei fumatori abituali di narghilè pari a quelli riscontrati in persone che fumano 10 sigarette al giorno e ciò è più che sufficiente per lasciar credere che il prodotto susciti dipendenza.

In uno studio del 2013Nicotine & Tobacco Research“, i ricercatori hanno trattato le cellule dal rivestimento dei polmoni umani con narghilè a base di tabacco e non ed hanno scoperto che i problemi di salute erano generati indipendentemente dal fatto che il fumo provenisse da un tabacco o da prodotti senza tabacco.

Le persone non sembrano in generale capire quanto sia pericoloso il fumo da narghilè“, ha dichiarato Adrienne J. Heinz che studia alcol e droghe presso la Stanford University School of Medicine in California, “nelle conversazioni casuali con amici e pazienti, la gente spesso concorda sul fatto che fumare qualsiasi cosa comporti rischi ma il narghilè è certamente visto più inoffensivo rispetto alla sigaretta“.
Narghilè
I risultati di un sondaggio online condotto su oltre 5.000 studenti universitari (pubblicati su Nicotine & Tobacco Research nel 2013) hanno indicato che oltre il 10 % degli studenti di college aveva fumato narghilè di recente e che il narghilè veniva preferito di gran lunga al tradizionale fumo da sigaretta.

Uno studio simile basato su questionari on-line somministrati a studenti universitari ha rilevato che il 13 % di essi ha provato il narghilè per la prima volta in un periodo di sette mesi e quelli che avevano meno paura dei rischi e dei pericoli ad esso legati erano più propensi a provare.

Le persone, di solito, sono sorprese quando apprendono dei pericoli legati al narghilè, dal momento che non ci sono sufficienti campagne di sensibilizzazione circa i rischi, ha sottolineato il professor Heinz, “come se non bastasse c’è anche l’idea sbagliata che, poiché i meeting a base di narghilè tendono ad essere meno frequenti ed il narghilè viene fumato attraverso una camera d’acqua, la pratica sia più sicura“.

Autore | Marirosa Barbieri

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.