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Gli Adolescenti Ex Obesi Sono A Rischio Disturbi Alimentari

Gli adolescenti che sono stati in sovrappeso o obesi sono a rischio significativo di sviluppare un disturbo alimentare, ma l’identificazione e il trattamento della patologia non viene spesso eseguito in tempi brevi, dicono i ricercatori .

Per qualche motivo tendiamo a non pensare che i giovani in sovrappeso siano a rischio e diciamo loro che c’è bisogno di perdere peso ma non sarà semplice perché hanno tendenza all’obesità“, sostiene il Dott. Leslie Sim, direttore clinico del reparto disordini alimentari presso la Mayo Clinic nel Minnesota e autore di un rapporto di studio pubblicato online sulla rivista “Pediatrics”. Nel rapporto, il Dott. Sim e i colleghi riportano due casi in cui gli adolescenti con una storia di obesità hanno sviluppato gravi modelli alimentari restrittivi nel processo del processo di perdita di peso: le indicazioni di un disturbo alimentare non sono emersi per la durata di due anni, nonostante i regolari check-up. I sintomi per uno dei due, un quattordicenne, includevano problemi di concentrazione e irritabilità, intolleranza al freddo, gonfiore e dolori al petto. Una ragazza di 18 anni, invece, aveva fratture da stress, problemi mestruali, perdita di capelli e vertigini, tra gli altri problemi. I medici avevano attribuito i sintomi a disturbi più rari, come patologie gastrointestinali o sindrome dell’ovaio policistico, dice il rapporto. “Entrambi i ragazzi seguivano la dieta ed erano entrambi molto diligenti: mangiavano meno di 1.500 calorie al giorno, andavano a correre e facevano altre attività per perdere peso in modo molto intensivo“, spiega il Dott. Sim. “Ognuno dei due ha perso un’enorme quantità di peso molto rapidamente, ma non vi erano abbuffate, né si inducevano il vomito: si trattava semplicemente di un apporto molto basso di calorie“.

Circa il 6% dei giovani soffre di disturbi alimentari, secondo uno studio del 2011 pubblicato su “Archives of General Psychiatry”, che è stato citato nella relazione. Si cita anche la presenza di DCA (disturbi del comportamento alimentare) nel 55% delle ragazze delle scuole superiori e il 30% dei ragazzi riportano “sintomi di alimentazione disordinata“. L’imperativo è perdere peso, grazie a pillole dimagranti, vomito, lassativi, digiuno e “binge-eating-disorder” (disturbo da alimentazione incontrollata, cioè abbuffate con la sensazione di perdere il controllo ma non accompagnate da “trucchi” per compensare). I disturbi alimentari hanno il tasso di mortalità più elevato di varie malattie di salute mentale e il successo del trattamento richiede l’intervento medico, psichiatrico e nutrizionale, sostiene il Dott. Sim, che è anche uno psicologo infantile.

P U B B L I C I T A'

Presso la Mayo Clinic , circa il 35% dei bambini e ragazzi che vengono in per un problema di disordine alimentare, hanno una storia di sovrappeso o obesità alle spalle, conferma il medico. Tale dato può essere proiettato a livello nazionale: le statistiche del governo stimano che circa il 30% dei bambini e ragazzi sono in sovrappeso o obesi. A volte ci vuole così tanto tempo per riconoscere il rischio di disturbo alimentare nei bambini con una storia di obesità che il dato è particolarmente preoccupante, poiché la prognosi migliore per il recupero di un disturbo alimentare è iniziare il prima possibile. I casi citati dallo studio, sono lo specchio di una tendenza che la psichiatra Dott.ssa Jennifer Hagman commenta “con maggiore prevalenza negli ultimi cinque anni”.

Si tratta di una nuova, popolazione ad alto rischio”, ha aggiunto il Dott. Hagman, direttore medico del programma di disturbi alimentari al Children Hospital del Colorado, che non era coinvolto in questo studio. “I bambini che vengono colpiti da questa patologia sono altrettanto impauriti dal grasso che dalla magrezza e tipicamente dovrebbero ricevere una diagnosi di anoressia nervosa, ma nessuno pensa al fatto che possa essere correlato al fatto che sono un po’ sopra il loro peso corporeo normale“.

Questi casi non sono una sorpresa”, ha dichiarato la Dott.ssa Lynn Grefe, presidente della National Eating Disorders Association. “Nel nostro settore più si va divulgando il messaggio anti-obesità, più si potrebbero spingere i ragazzi ad adottare un comportamento alimentare errato, quando anziché concentrandosi sulle dimensioni o il peso, bisognerebbe focalizzare l’attenzione sulla salute e sul benessere”.

L’esatta relazione tra obesità pediatrica e disturbi alimentari non si è ancora ben capita”, sostiene la Dott.ssa Melinda Sothern, specialista di obesità pediatrica e ricercatore alla Louisiana State University Health Sciences Center. “Ulteriori studi sono necessari per determinare il profilo di rischio nei bambini obesi in cerca di cure“.

Un problema più grande di salute pubblica è la mancanza di supporto medico emotivo per i bambini con particolare obesità grave“, ha aggiunto Sothern. Il fattore principale di rischio per lo sviluppo di un disturbo alimentare è la dieta, sostien Sim. “Non ho mai visto un disturbo alimentare che non è iniziato con uno sforzo legato a una dieta. Il problema è che quando un ragazzo è obeso e inizia a perdere peso, pensiamo che sia una cosa veramente positiva e applaudiamo, rafforziamo, dicendo loro che è così meraviglioso e ora sono sani“, spiega il medico. Nel frattempo, alcuni bambini percepiscono tutto ciò in molto insalubre e molti problemi fisici e psicologici deriveranno dai loro comportamenti . “Essenziale” aggiunge Sim, “che i sintomi dei disturbi alimentari siano chiari ad ogni medico di base, indipendentemente dal peso del paziente, e che si continui a monitorare qualsiasi perdita di peso che si discosta dal modello di crescita di un bambino, prestando particolare attenzione al modo in cui si è verificata la variazione di peso” ha concluso.

Autore | Daniela Bortolotti

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.