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È Vero Che Accavallare Le Gambe Causa Le Vene Varicose?

Le vene varicose o varici sono un problema per almeno un buon 55% delle donne negli Stati Uniti. È un dilatazione permanente delle pareti dei vasi sanguigni, che si presenta soprattutto negli arti inferiori. Di fatto è una sorta di degenerazione delle condizioni delle vene, che porta a farle apparire in superficie rendendole, molto spesso, evidenti. Queste vene dunque, non sono più importanti, non svolgono più la loro funzione di vaso sanguigno, possono essere dolorose e a volte antiestetiche. Le cause principali sono infatti da riscontrarsi nell’avanzare dell’età, ma anche nella genetica; le donne cosiddette ‘a pera’, che hanno più facilità cioè ad accumulare grasso sulla parte bassa del loro organismo, come cosce, sedere e gambe, sono più portate a svilupparle. Ma anche condizioni provvisorie come gravidanza e obesità, nonché il genere (le donne sviluppano molte più vene varicose rispetto agli uomini), pressione sanguigna alta e lavori che ti costringono a stare in piedi per lunghi periodi di tempo. Accavallare le gambe, tuttavia, non ti porterà a formarne, o a formarne di più, a dispetto di ciò che si dice o si pensa.

Le complicazioni dovute alle vene varicose, sono fortunatamente molto rare; includono lo sviluppo di ulcere e coaguli. Se tendi, per un motivo o per un altro, a sviluppare vene varicose, prova a considerare le calze a compressione graduata. Ne esistono ormai di versioni particolarmente eleganti e alla moda; non somigliano più alle calze ‘della nonna!’

P U B B L I C I T A'

Cerca comunque di evitare di indossare i tacchi, per un lungo periodo di tempo, perché potrebbe peggiorare le condizioni in cui versano le tue vene varicose, e incentivarne la presenza di nuove. Cerca di tenere alte le gambe quando ti siedi, appoggiandole magari su un cuscino o un puff.
Esistono diversi trattamenti estetici per l’eliminazione delle vene varicose, come ad esempio la sclerosanti o l’embolizzazione, la microchirurgia vascolare, la terapia al laser o l’ablazione con radiofrequenza.

La terapia sclerosante è una delle più note e classiche; si tratta di iniettare un liquido nelle vene varicose, per consentirne la coagulazione e dunque l’assorbimento. Normalmente servono più sedute per avere un risultato ottimale, e l’applicazione di calze elastiche sulla parte, per un determinato periodo di tempo. Ad oggi, oltre al liquido ‘irritante’ (il policandolo è il più utilizzato), ha fatto recente comparsa la schiuma, un prodotto derivato da liquido sclerosante più aria; in genere la schiuma ha una maggiore efficacia, perché tende inizialmente a dislocare il sangue dalla parete venosa, per poi mescolarsi solo in un secondo momento a questo. Così facendo, la schiuma rimane a contatto con la vena varicosa per più tempo. Un altro metodo piuttosto recente e largamente utilizzato ormai, è la laserterapia, la quale utilizza laser selettivi che agiscono a seconda del colore del capillare o della vena da far riassorbire. Laser e terapia sclerosante vengono a volte utilizzate insieme; possono essere complementari, in quanto la sclerosante è spesso più efficace su grosse vene, mentre il laser, più selettivo, sui piccoli capillari.

Una procedura più complessa e meno sicura è quella della microchirurgia. Si tratta di praticare un’incisione presso la vena, per inserire un cavetto che la riporterà in profondità. L’obiettivo è sempre lo stesso: fare in modo che la vena venga riassorbita e che non sia più visibile. Questo trattamento però, come tutti gli altri elencati qui, non impedirà la formazione di nuove vene varicose. Per prevenirne la formazione ci si può aiutare con farmaci che stimolino la circolazione sanguigna. Ma questi trattamenti possono anche apportare benessere, in quanto spesso, se molte e particolarmente infiammate, le varici possono apportare dolore, affaticamento e pesantezza alle gambe, e difficoltà nella deambulazione.

Autore | Enrica Bartalotta

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.