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Mastoplastica Ricostruttiva Con Cellule Staminali: Benefici

Il nostro tessuto adiposo contiene molto più che semplice grasso. È noto infatti ormai da diversi anni, che lo stesso grasso che è responsabile di farci sentire strette nei nostri jeans e non più giovani e sode nella nostra pelle, è lo stesso che contiene un gran numero di piccole cellule con l’alto potenziale di specializzarsi in così tante e diverse porzioni di tessuto, da poter giocare un ruolo fondamentale nella rigenerazione dei tessuti e nei processi di guarigione da malattie gravi. Solo recentemente però, i dottori sono stati in grado di applicare queste scoperte, apprese in laboratorio, nella pratica medica effettiva, per aiutare i pazienti che ne hanno bisogno.

Uno studio in fieri presso la Breast Preservation Foundation di Los Angeles ha messo in atto queste scoperte usando cellule staminali derivanti proprio dal tessuto adiposo. In pratica, le donne che hanno partecipato allo studio clinico, si sono offerte a ricevere un trapianto delle proprie cellule staminali, per riparare i danni subiti al seno dalle radiazioni necessarie a trattare il cancro del tessuto mammario, e per ricostruire i seni deturpati da una mastoplastica riduttiva post-tumore.

I trattamenti legati al cancro al seno, includono infatti, solitamente, la rimozione del tumore e parte del tessuto mammario circostante, per assicurare una completa asportazione del tessuto malato. Dopo la chirurgia, il seno viene bombardato di radiazioni, che riducono ulteriormente le dimensioni del seno, rendendone il tessuto più duro e fibroso, anche al tatto. Per anni, le uniche opzioni possibili per quanto riguarda la ricostruzione del seno, erano procedure di flap surgery particolarmente invasive, come la lat dorsi (una tecnica che coinvolge il muscolo grande dorsale e quindi il cavo ascellare), la TRAM flap (un autotrapianto di tessuto volto a lasciare una cicatrice vistosa e quasi per niente un’areola) o un impianto. Le tecniche tradizionali relative all’auto-trapianto di tessuto, richiedono dunque una maggiore degenza, oltre che diverse ore sotto i ferri, mentre ricostruire un seno tramite la collocazione di un impianto, contiene in sé tutti i problemi legati all’inserimento di un corpo estraneo; gli impianti possono infatti subire problemi soprattutto dopo un trattamento da radiazioni.

P U B B L I C I T A'

Il trattamento con le cellule staminali invece, ha il vantaggio di riprodurre la naturale ricrescita del tessuto adiposo del seno, donandogli dunque un aspetto morbido e naturale anche al tatto; semplicemente utilizzando il grasso di addome, fianchi e cosce. Durante lo studio, i dottori di Los Angeles hanno utilizzato del grasso raccolto dalle liposuzioni di fianchi, addome o cosce. Il grasso, all’incirca dai 400 ai 600 cc, viene trattato in un laboratorio biologico speciale, allestito nella stessa sala operatoria, per isolare le minuscole cellule staminali da quelle più grandi e mature, dette adipociti (le cellule del grasso) e altri componenti presenti nel lipoaspirato (il liquido che s’ottiene durante la liposuzione). Questo processo necessita di almeno 1 ora e 30 minuti, ma il tutto viene fatto mentre il paziente è già in sala operatoria. Il lungo trattamento si espleta in una serie di passaggi, che includono complessi lavaggi e centrifugazioni ad elevata velocità, ma nessuna sostanza chimica o fattore di crescita che possa alterare la composizione biologica e genetica, viene aggiunto alle cellule raccolte.

Sono all’incirca un milione le cellule che, in media, vengono isolate da ogni 1 cc di grasso aspirato. Dopodiché, le cellule staminali vengono aggiunte ad altro lipoaspirato, per essere iniettate nei seni da guarire. La porzione di cellule staminali adipose viene posizionata in piccole quantità nel seno, con un ago smussato e cavo; quindi l’intervento non crea nessun tipo di cicatrice. La degenza post-operatoria è dunque relativamente breve; dura soltanto il tempo necessario a far sgonfiare la parte trattata e a far sparire i lividi nella zona da cui sono state raccolte le cellule per il trapianto. Infatti, le pazienti di solito lamentano un maggior fastidio più nella parte trattata tramite liposuzione, che nei seni. E naturalmente, non bisogna dimenticare il lato positivo collaterale dell’intero intervento: che è quello legato all’acquisizione di una nuova (e migliorata!) silhouette di fianchi, cosce o addome.

L’aumento del tessuto mammario è immediato, e dunque anche l’aumento di taglia, ma la qualità della pelle e la ricrescita del grasso necessitano di almeno 3-6 mesi al massimo per assestarsi, visto che le cellule adipose, più grandi, che non sono sopravvissute al trasferimento, devono essere rimpiazzate da tessuto generato da cellule (quelle staminali) più piccole. La consistenza, la qualità e il colore della pelle dei seni migliora invece immediatamente, e clinicamente è già evidente dopo i primi 2 mesi.

Le donne i cui seni hanno subìto danni dopo un trattamento specifico per il cancro, specialmente coloro che sono state sottoposte ad una lumpectomia e alle radiazioni, sono ottime candidate per questo tipo di intervento. Al momento, l’operazione in questione necessita di essere realizzata qualche tempo dopo i trattamenti per il cancro, ma i dottori sono fiduciosi e credono che a breve potrebbe essere offerto in concertazione con essi, visto che non sono state trovate evidenze che le cellule staminali derivate dal normale tessuto adiposo, interferiscano con le terapie per il cancro. Sfortunatamente, questa tecnica si è resa disponibile solo negli Stati Uniti, ma è utile sapere che esiste e che sia una possibile, valida, migliore alternativa agli interventi di mastoplastica ricostruttiva tradizionale. Il trapianto di cellule staminali derivanti dal grasso, permette di guadagnare in media da 1 a 2 coppe di diametro, e può essere ripetuto ogni 3-4 mesi, fino a che ce n’è!

Autore | Enrica Bartalotta

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.