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Chirurgia Dimagrante: Un Test Genetico Può Prevedere Il Successo Degli Interventi?

La modifica del DNA potrebbe spiegare perché alcuni perdono più chili di altri dopo l’intervento di bypass gastrico: lo dice uno studio recente.

La perdita di peso dopo l’intervento chirurgico di bypass gastrico è molto variabile e gli scienziati sostengono di aver individuato una variante genetica che può contribuire a spiegare la discrepanza.

La scoperta, descritta in uno studio pubblicato lo scorso 2 maggio sulla rivista scientifica American Journal of Human Genetics, è già alla creazione di un test genetico che un giorno potrebbe aiutare i pazienti a prevedere quanti chili potrebbero perdere dopo l’intervento chirurgico di perdita di peso. Alcuni pazienti perdono il 60% del loro peso dopo l’intervento chirurgico, altri solo il 15%: fattori quali l’età, il livello di attività e altri problemi di salute come il diabete, aiutano i medici a valutare i potenziali risultati di un paziente ma, a volte, i pazienti che sembrano ottimi candidati per la chirurgia non dimagriscono tanto quanto avevano sperato. “Questo è straziante per quelle persone che hanno avuto il coraggio e hanno tanto lottato per arrivare al punto di avere un intervento chirurgico e poi provano l’esperienza del fallimento in termini di perdita di peso”, ha dichiarato la Dottoressa Molly Bray, professore di epidemiologia presso la University of Alabama a Birmingham. “L’identificazione di marcatori in grado di predire la risposta alla chirurgia prima che avvenga, sarebbe estremamente importante”, ha aggiunto la Dottoressa, la cui ricerca coinvolge la base genetica di obesità.

P U B B L I C I T A'

Per il nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato i genomi di più di 1.000 pazienti che avevano subito un intervento di chirurgia di bypass gastrico, dove i chirurghi sigillano la parte superiore dello stomaco per creare un sacchetto più piccolo che poi che collegano alla porzione centrale dell’intestino tenue. Un dato si è rivelato essere significativamente associato con la perdita di peso dopo l’intervento chirurgico e il dato in questione non si trova all’interno di un gene. I geni contengono le istruzioni che dicono al corpo come produrre proteine ​​specifiche. Invece, sembra che si tratti di un tratto di DNA tra due geni sul cromosoma 15. I ricercatori hanno comunicato che non sono sicuri di come le differenze nel DNA di questa regione potrebbero influenzare la perdita di peso, ma possono controllare i geni adiacenti, che sembrano svolgere un proprio ruolo. Osservando le diverse varianti in questa posizione, i ricercatori hanno trovato che le persone con due copie della variante più comune hanno perso una media di 39% del loro peso di partenza, mentre l’unica persona nello studio che aveva due copie della variante meno comune ha perso il 29% del peso iniziale. I pazienti con una sola copia della variante del DNA meno comune avevano due volte e mezzo in più la probabilità di perdere meno del 30% del loro peso corporeo totale dopo l’intervento chirurgico, rispetto ai pazienti senza quella variante.

Successivamente, ricercatori hanno controllato l’attività dei due geni vicini al percorso della variante del gene: le persone con maggiore espressione del gene più vicina alla variante nella loro grasso addominale, hanno perso più peso dopo l’intervento chirurgico rispetto a quelli con meno attività. Ciò restava confermato anche dopo che i ricercatori hanno corretto i loro risultati in base a fattori quali età, sesso, diabete e massa corporea (una misurazione del grasso corporeo basata sul rapporto di altezza e peso di una persona) prima dell’intervento chirurgico. Per controllare i loro risultati in un altro modo, hanno esaminato anche l’attività di due geni vicini alla variante in soggetti animali obesi. Dieci mesi dopo le procedure, l’espressione genica nei topolini che avevano il bypass gastrico è stata diversa rispetto ai soggetti che avevano ricevuto finti interventi chirurgici.

“C’è una quantità enorme di biologia che è cambiata in risposta alla chirurgia”, ha dichiarato il Dottor Lee Kaplan, direttore dell’Istituto di Obesità, Metabolismo e Nutrizione presso il Massachusetts General Hospital, a Boston. I medici hanno pensato che i pazienti abbiano perso peso dopo il bypass gastrico semplicemente perché i loro stomaci erano più piccoli, cosa che permetteva loro di sentirsi pieni dopo aver mangiato molto meno, ma studi recenti hanno dimostrato che l’intervento altera anche ormoni, microbi intestinali e soprattutto l’attività dei geni. “Questo è probabilmente il motivo per cui la chirurgia è così efficace clinicamente, perché fa così tanto”, ha aggiunto il Dottor Kaplan.

Attualmente la sua squadra sta sviluppando un test per cercare i modelli di attività dei geni che – lui sostiene – sarà disponibile entro un anno. Ci vorranno alcuni anni ulteriori, per convalidare la prova e sicuramente l’approvazione della Food and Drug Administration. Tale test potrebbe aiutare i pazienti che sono in procinto di ricevere un intervento di chirurgia per la perdita di peso: il bypass gastrico può essere molto utile per le persone gravemente obese, ma comporta anche alcuni rischi, in particolare per quelli relativi ad altri problemi di salute significativi. Ulteriori studi sono necessari per chiarire il ruolo della variazione genetica identificata nello studio e, poiché la maggior parte dei partecipanti di questo studio era di origine europea, bisognerà cercare altre varianti che potrebbero essere applicate a diversi gruppi etnici.

Kaplan ha dichiarato che bisogna anche valutare la possibilità di ottenere gli stessi risultati con altri tipi di procedure di perdita di peso. “La genetica contribuisce alla perdita di peso dopo l’intervento chirurgico: ciò ha messo il vento in poppa, così ora siamo in grado di rispondere ad altre domande” ha dichiarato.
Maggiori informazioni e approfondimenti su National Institute of Diabetes: win.niddk.nih.gov/publications/gastric

31 maggio 2013, ore 15:02

Autore | Daniela Bortolotti

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.