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Farmaci Contro I Bruciori Di Stomaco e Rischi, Domande Frequenti

Gli inibitori della pompa protonica, i farmaci contro il bruciore di stomaco, vengono usati ogni anno da milioni di americani, per alleviare i disturbi della cattiva digestione.

Ma questi farmaci possono avere effetti indesiderati?

Un recente studio ha scoperto che gli inibitori della pompa protonica (PPI), aumentano il rischio di infarto, e sono anche responsabili di altri problemi di salute.

I PPI studiati erano esomeprazole (Nexium), lansoprazole (Prevacid), omeprazole (Prilosec, Zegerid), ed altri. Si possono ottenere con o senza prescrizione, con un fatturato di oltre 13$ milioni di dollari l’anno in tutto il mondo. Essi diminuiscono la produzione di succhi gastrici nello stomaco. Un eccesso di acidità può causare bruciori o dolori al petto, ed un gusto amaro in bocca.
Tali farmaci sono inoltre usati per medicare ulcere e prevenire problemi di riflusso gastro esofageo.

WebMD ha contattato due esperti e ha chiesto loro di confrontare i loro nuovi studi e ricerche.

A cosa era rivolto lo studio esattamente e cosa ha scoperto?

I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di circa 3 milioni di persone. Alcune di loro assumevano PPI, ed altri prendevano altri medicinali per il bruciore di stomaco, gli H2 antagonisti: cimetidine (Tagamet), famotidine (Pepcid), nizatidine (Axid), or ranitidine (Zantac).
Nessuno di loro aveva precedenti di infarto o malattie cardiache.

P U B B L I C I T A'

La ricerca ha segnalato che coloro che prendevano i PPI erano più a rischio di infarto, rispetto a quelli che non assumevano farmaci.

Questa correlazione non era presente invece sugli H2 antagonisti.

È stato trovato solo un legame tra assunzione di PPI e rischio di infarto- ma ciò non dimostra che vi possa essere davvero un aumento di malattie cardiache.

Recenti scoperte hanno provato che i PPI possono danneggiare i vasi sanguigni. Questo ha spinto i ricercatori ad esaminare se questi farmaci possono davvero influire sul rischio di problemi cardiaci.

Brian Lacy, MD, PhD, capo sezione di gastroenterologia ed epatologia al Dartmouth-Hitchcock Medical Center, afferma che: “Si stima che l’ aumento del rischio di malattie cardiache sia del 16%”

“Un aumento del rischio del 16% è preoccupante” , continua Lacy, “tuttavia, tale dato deve essere messo in prospettiva rispetto a come avvengono la maggior parte degli infarti. Si potrebbe anche avere un (infarto) extra su 4,000 persone che assumono PPI”.

“Se c’è davvero una correlazione – e non ne sono del tutto convinto – essa è davvero molto piccola.” afferma Lacy.

Il rischio dipende anche da quanto a lungo si assume il farmaco?

“Non possiamo saperlo” dice Lacy, “non possiamo sapere se dipende dalla durata, dalla dose o da altre variabili”.

Questi farmaci sono fatti per essere usati nel lungo periodo?

Secondo la FDA, le persone a cui vengono prescritti i PPI, li utilizzano per circa 6 mesi. I PPI dovrebbero essere usati solo per 14 giorni , e non più di 3 volte l’anno. Ma i medici dicono che molti li utilizzano per molto più tempo.

Per i PPI prescritti, non ci sono limiti di tempo, dice Lacy. Certe persone li assumono per anni. Ma più la dose è bassa, meglio è. “Alcuni dei miei pazienti hanno assunto PPI per più di un decennio, senza apparenti effetti collaterali.”

Ci sono altri rischi nell’utilizzo di questi farmaci?

La FDA ha rilasciato un bollettino nel 2012 in cui si afferma che i PPI possono causare un abbassamento dei livelli di magnesio, e provocare crampi muscolari, battito cardiaco irregolare e convulsioni.

Secondo F. Paul Buckley III, MD, chirurgo direttore del Heartburn and Acid Reflux Center at Baylor Scott & White Healthcare in Round Rock, Texas, i PPI aumentano anche il rischio di fratture delle ossa e infiammazioni del colon.

Possono inoltre aumentare il rischio di Clostridium difficile, una forma di diarrea cronica che può causare gravi problemi intestinali.

“I pazienti hanno timore di assumere i PPI per varie ragioni”, dice Buckley. Anche se “essi sono generalmente sicuri”, la nuova ricerca desta nuove preoccupazioni.

Se si assumono altri medicinali, è possibile monitorare da soli le eventuali complicazioni?

“È difficile” afferma Buckley . Uno degli effetti collaterali, diarrea acuta, potrebbe voler dire un’infezione da Clostridium, è quindi importante avvisare sempre il proprio medico.
Alcune persone che assumono PPI possono avere feci molli e acquose. Questo succede di solito tra la prima e la terza settimana di utilizzo. È necessario consultare il medico se il problema persiste per più di 5 – 7 giorni. Spesso è sufficiente cambiare marca di farmaco.

In linea di massima, il medico dovrebbe sempre chiedere come procedono i sintomi di bruciore.
Se un paziente che assume PPI sta bene e non ha sintomi, può abbassare il dosaggio fino al ritorno dei sintomi, e poi partire da lì per stabilire la dose necessaria.

I cambiamenti nello stile di vita potrebbero dare lo stesso sollievo dato dai farmaci?

“Possono essere d’aiuto” dice Lacy. ” Il miglior suggerimento è quello di fare pasti più leggeri , e ridurre i grassi a cena. Il grasso fa svuotare lo stomaco più lentamente.”

Inoltre, evitare i cibi fritti, e ridurre il proprio indice di massa corporea, se è uguale o superiore a 30. Le persone obese hanno più probabilità di soffrire di bruciore di stomaco.

“Dico spesso ai miei pazienti di non mangiare nelle 4 ore prima di coricarsi” dice Buckley, per consentire al cibo di essere digerito con più facilità. Anche mangiare troppo velocemente può causare bruciori e disturbi digestivi. Vi sono anche cibi che favoriscono il bruciore di stomaco e andrebbero evitati, come vino, pomodori e menta piperita.

Sono previsti nel prossimo futuro nuovi farmaci con minori effetti collaterali e maggiore efficacia?

Si, vi sono nuovi farmaci in fase di sviluppo, dice Lacy, che controllano in modo diverso la produzione di acidità. Ma sono ancora in fase di test.

Cosa bisogna fare se si assumono PPI?

Se siete preoccupati, consultate il vostro medico, dicono entrambi gli esperti.
Ogni dottore può avere una diversa considerazione del rischio, chiedete al vostro medico cosa è meglio per voi.
Se decidete di continuare ad assumere PPI, cercate di abbassare al massimo il dosaggio. Controllate insieme al vostro medico se e quanto la dose può essere diminuita, eliminata, o se vi sono effetti collaterali. Chiedete anche se potete effettuare qualche cambiamento nel vostro stile di vita utile a migliorare il problema.

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.