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Cancro Al Seno: Nuove Opzioni Per La Chirurgia

Il trattamento del cancro al seno comporta quasi sempre un intervento chirurgico e per anni la scelta era solo fra la rimozione del nodulo o dell’intera mammella. Ora, nuovi approcci stanno cambiando il modo in cui queste operazioni vengono effettuate, danno più opzioni alle donne, il trattamento è più veloce, le cicatrici più piccole, si verificano meno effetti collaterali e migliori risultati estetici.
Tutto questo ha portato ad una nuova specialità, la chirurgia “oncoplastica”, che combina oncologia, che si concentra sul trattamento del cancro, e chirurgia plastica.

“L’estetica è molto importante e può aiutare una donna a recuperare psicologicamente e fisicamente”, ha dichiarato la Dottoressa Deanna Attai, a Burbank, in California. La Dottoressa è un chirurgo esperto e fa parte del Consiglio di Amministrazione della società americana di Chirurgia del seno. Recentemente l’attrice Angelina Jolie ha rivelato che aveva fatto rimuovere entrambi i seni preventivamente perché porta un gene che la mette ad alto rischio di sviluppare il cancro al seno. È stata in grado di preservare i suoi capezzoli e si è fatta ricostruire il seno con le protesi. “Ci sono stati molti progressi e i risultati possono essere esteticamente soddisfacenti”, ha commentato la Dottoressa.

Quali sono i principali progressi nella chirurgia del cancro al seno?

Più donne stanno richiedendo la chemioterapia o la terapia ormonale per ridurre i tumori abbastanza per permettere loro di sostenere un operazione conservativa del seno, invece di una mastectomia. I linfonodi più piccoli vengono rimossi per verificare la diffusione del cancro, facendo risparmiare alle donne il braccio doloroso e il gonfiore per gli anni successivi.

Nuovi modi per ricostruire il seno hanno fatto della mastectomia una soluzione più accettabile. Più donne stanno richiedendo la ricostruzione con un impianto, contemporaneamente alla rimozione del cancro, oltre a diverse altre operazioni che sono ormai diventate standard: tessuti e capezzoli sempre di più vengono conservati, per avere risultati più naturali. Alcuni medici stanno sperimentando operazioni su tumori al seno attraverso incisioni sotto l’ascella, per evitare le cicatrici al seno. C’è anche una mastectomia specifica per le donne dai seni grandi alle quali non viene rimosso troppo o troppo poco, per utilizzare la pelle in eccesso al fine di creare un impianto naturale “reale”. Altri medici stanno testando un modo per evitare l’intervento chirurgico del tutto, distruggendo i tumori piccoli grazie al congelamento con una sonda attraverso la cute.

P U B B L I C I T A'

“La chirurgia del seno è diventato più minimalista” ha dichiarato la Dottoressa Shawna Willey del Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center. “Le donne hanno più opzioni. È molto più complesso il processo decisionale”.

Il carcinoma della mammella è il tumore più comune nelle donne in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, circa 230.000 nuovi casi vengono diagnosticati ogni anno. La maggior parte possono essere trattati rimuovendo la formazione cancerosa, ma richiedono comunque un ciclo di radiazioni di alcune settimane per uccidere eventuali cellule tumorali sfuggite all’intervento, oltre a frequenti mammografie per monitorare eventuali recidive. Molte donne non vogliono la preoccupazione del ciclo di radiazioni e per questo scelgono la mastectomia, anche se potrebbero subire un intervento chirurgico meno drastico. I tassi di mastectomia sono aumentati e la Sanità dovrebbe cominciare a coprire la ricostruzione per le pazienti che l’hanno subita, anche in virtù del fatto che molti dei miglioramenti nella chirurgia sono finalizzati a renderla meno deturpante.

Alcune delle principali tendenze nella chirurgia del cancro al seno

Ricostruzione immediata

I medici abituati a pensare che non fosse idoneo iniziare la ricostruzione fino alla fine del trattamento del cancro, finalmente hanno smesso di pensare al percorso tipico in cui le donne che ricevono una mastectomia, che comporta la rimozione della pelle e il capezzolo insieme a tutto il tessuto del seno, debbano aspettare mesi dopo per ricostruire il seno. La ricostruzione può utilizzare tessuto dalla schiena o dalla pancia, oppure può trattarsi di un innesto. Prima d’oggi bisognava rispettare vari passaggi: la prima operazione è quella che serve a mettere un espansore tissutale, un dispositivo simile a palloncino che gradualmente viene gonfiato per tendere la pelle rimanente e fare spazio per l’impianto. Pochi mesi dopo, un secondo intervento chirurgico rimuove l’espansore e posiziona l’impianto. Una volta che guarisce, una terza operazione viene eseguita per creare un nuovo capezzolo, seguita dal tatuaggio per creare l’areola, con l’alone scuro intorno.

La nuova tendenza è invece la ricostruzione immediata, con i primi passi avviati al momento della mastectomia, sia per posizionare un espansore tissutale o un innesto. In alcuni casi, il tutto può essere fatto in un’unica operazione. A livello nazionale, circa il 25-30% per cento delle donne richiede (e ottiene) la ricostruzione immediata.

Risparmiare tessuti e capezzoli

I medici di solito rimuovono anche la pelle quando fanno una mastectomia, per assicurarsi che di non lasciarsi dietro qualche strascico di cancro. Ma negli ultimi dieci anni hanno cominciato a lasciare la pelle, nelle donne con tumore avente caratteristiche favorevoli. La Dottoressa Deanna Attai paragona questo intervento alla rimozione dell’interno di un’arancia lasciando intatta la buccia. “Abbiamo imparato nel tempo che è possibile risparmiare la pelle in molti pazienti e ogni singolo studio ha confermato che è sicuro” ha commentato.

Il passo successivo è preservare il capezzolo, che è ancora più a rischio di essere coinvolto nel cancro rispetto alla pelle. Solo circa il 5% delle donne ha questa possibilità, oggi, ma l’ammissibilità può essere ampliata se viene provato che si può agire in sicurezza. La chirurgia del seno ha un registro generale degli interventi di mastectomia, che traccia le donne operate per 10 anni. “Bisogna scegliere con cura le pazienti in questi casi, perché nessuna vuole scendere a compromessi sul controllo del cancro per ragioni estetiche”, ha aggiunto la Dottoressa.

“I dati preliminari sono che la salvaguardia del capezzolo è discretamente possibile, ma gli studi non sono stati svolti abbastanza a lungo per saperlo con certezza”, ha dichiarato la Dottoressa Willey. “Questo fa una grande differenza nel risultato estetico, rende il seno della donna più famigliare” ha infine aggiunto.

La Dottoressa Judy Boughey, un chirurgo del seno presso la Mayo Clinic, ha dichiarato a sua volta che il nuovo approccio ha influenzato le scelte di trattamento delle pazienti. “Stiamo vedendo donne che scelgono sempre più la chirurgia invasiva, come la mastectomia, grazie alla volontà dei medici di risparmiare loro la perdita di pelle e capezzoli”. Per esempio ha contribuito a convincere Rose Ragona, una cinquantunenne operatrice aeroportuale presso l’aeroporto O’Hare di Chicago, a sottoporre entrambi i seni nel mese di aprile all’approccio più moderno: associandoli alla ricostruzione immediata, con la conservazione della sua pelle e capezzoli. “Svegliarsi e vedere il seno mi ha aiutato immensamente” ha detto. Nel suo caso, è stato scelto di rimuovere entrambi i seni per evitare le radiazioni e un futuro di preoccupazione. “Sentivo che era una strada più sicura” ha aggiunto. “Non posso vivere il resto della mia vita nella paura, ogni volta che trovo un grumo”.

Congelamento del tumore

La Dottoressa Attai è uno dei ricercatori coinvolti in un test di crioablazione, all’interno di uno studio nazionale. La tecnica utilizza una sonda raffreddata con azoto liquido che trasforma i tumori in agglomerati di ghiaccio e tessuto morto, che viene gradualmente assorbito dal corpo. Questa procedura è cominciata dal 2004 per i tumori benigni della mammella e la sperimentazione clinica è volta a vedere se è sicura anche per il trattamento del cancro.

25 maggio 2013, ore 11:05

Autore | Daniela Bortolotti

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.