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Sport e Abbigliamento Eco-Friendly

Perché acquistare abbigliamento sportivo eco-friendly?

Non necessariamente le nuove opzioni di “eco-tessuti” sono più adatte dei tessuti tradizionali (cotone, nylon, rayon e spandex), né sono più economiche: infatti, tendono a costare circa il 20% in più.

Ne vale la pena?

Scegliendo un indumento alternativo che è stato prodotto con un minor numero di prodotti chimici o sostanze chimiche, state facendo una scelta migliore per l’ambiente“, spiega il Dr. Jason Finnis, fondatore di Naturally Advanced Technology, con sede Vancouver, società che sta sviluppando nuove tecnologie per elaborare fibre naturali in modo ecologicamente sostenibile.

Oggi analizzeremo tre tessuti comunemente utilizzati nella produzione di abbigliamento da allenamento per scoprire come ognuno aiuta l’ambiente e dove c’è spazio per migliorare.

1. Il bambù

Quando indossarlo: morbido e leggero, il bambù vi terrà asciutti e freschi durante l’allenamento. In questo caso è migliore del cotone a causa del potenziale di assorbimento superiore del tessuto, che lo rende una buona opzione per chi pratica pilates o yoga e deve rimanere caldo.

P U B B L I C I T A'

Il vantaggio: il bambù può essere coltivato con pesticidi e fertilizzanti minimi, inoltre è una coltura estremamente sostenibile, poiché cresce molto rapidamente (in 4-5 anni) e produce il 35% in più ossigeno di una quantità equivalente di alberi. “L’aggiunta di ossigeno nell’atmosfera significa automaticamente riduzione di anidride carbonica, un colpevole del gas a effetto serra“, spiega il Dr. Mohini Sain, Direttore del Centro Biocomposti e Biomateriali presso l’Università di Toronto.

Il rovescio della medaglia: poiché il bambù è principalmente coltivato e lavorato in Cina, il trasporto fino ai mercati nordamericani brucia un sacco di combustibili fossili. Inoltre, la trasformazione del bambù in tessuto non è un processo eco-friendly. La Naturally Advanced Technology e l’Alberta Research Council stanno sviluppando un processo per ricavarne la polpa in modo più sostenibile, per la produzione di tessuti, che potrebbe già essere disponibile quest’anno.

2. Il cotone organico

Quando indossarlo: non bisognerebbe mai indossare il materiale organico di cotone per le attività cardio perché aspira umidità, ma questo materiale morbido è giusto per gli allenamenti a basso sforzo, come camminare. Il cotone biologico è ottimo per le persone che hanno sviluppato una certa sensibilità alla chimica perché è coltivato senza concimi chimici e pesticidi.

Il vantaggio: il cotone da agricoltura biologica è migliore per l’ambiente e i metodi di agricoltura biologica contribuiscono ad ecosistemi sani, a migliorare la fertilità del suolo e anche a sostenere la biodiversità. Al contrario, i pesticidi usati per coltivare possono persistere nell’ambiente e contaminare le acque sotterranee, oltre ad avere effetti negativi sui sistemi acquatici, secondo la Natural Resources Conservation Service del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA).

Lo svantaggio: come qualsiasi cotone richiede molta acqua per crescere: oltre 20.000 litri d’acqua per produrre un chilogrammo di cotone (l’equivalente di una singola maglietta o jeans), secondo il WWF. Inoltre, il cotone può essere trasportato in ogni fase del processo produttivo, e non è una procedura sostenibile.

3. La canapa

Quando indossarla: negli ultimi dieci anni, la tecnologia è migliorata e riesce a produrre un tessuto morbido di canapa comodo da indossare. Il suo comfort e la capacità di traspirazione lo rendono adatto per un allenamento cardio.

Il lato positivo: la pianta di canapa può essere coltivata senza pesticidi o fertilizzanti. Inoltre, può crescere in climi freddi come il Canada e necessita solo del 10% circa dell’acqua che richiede invece il cotone. Cresce anche in fretta, circa quattro metri in 80-90 giorni ed è una pianta molto prolifica. Un ettaro di terra può produrre tra i 3.000 e 6.000 chili di canapa, contro i 1.500 chili di cotone, spiega il Dr. Finnis. Simile al bambù, la canapa assorbe anidride carbonica cinque volte di più rispetto agli alberi, secondo il Natural Resources Conservation Service, e può svolgere un ruolo importante nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Il rovescio della medaglia: il problema con la canapa è lo stessa del bambù, l’elaborazione. Il trattamento chimico utilizza una sostanza alcalina che non si rompe. Inoltre, il processo chimico richiede molta energia.

Autore | Daniela Bortolotti

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.