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Tumore Alle Ovaie? Il Farmaco Decitabine Ci Aiuta

Tumore alle ovaie e terapia oncologica standard. In questo tristemente noto binomio può insinuarsi un farmaco, il decitabine, in grado di sortire un buon effetto sulle persone malate.

Parola di uno studio pubblicato sulla rivista dell’American Association for Cancer Research, dal titolo “Cancer Immunology Reserach“.

I risultati dicono che il trattamento con il farmaco decitabine associato alla chemioterapia ha prodotto benefici clinici sulle donne affette da carcinoma ovarico ricorrente.

Vediamo, quindi, in che modo questo trattamento farmacologico è in grado di agire sul tumore.

Per prima cosa ricordiamo il tumore alle ovai costituisce la quinta causa di decesso per cancro.
Il tumore ovarico, così come molti altri, possono sviluppare con il tempo una certa resistenza al trattamento chemioterapico. Per far sì che le cellule tumorali continuino a rispondere bene alla terapia, quindi, le cellule malate sono state trattate in laboratorio con un farmaco, chiamato decitabina.

Quest’ultimo svolge un ruolo molto importante a livello cellulare.
Anche se i risultati clinici non sono ancora completi, abbiamo avuto le prove del beneficio nel 60% delle pazienti affette da tumori alle ovaie“, dicono gli autori dello studio.

LO STUDIO

Il dottor Kunle Odunsi, uno dei maggiori ricercatori ed i suoi colleghi hanno condotto uno studio su 12 donne che non avevano risposto alla chemioterapia contro il cancro ovarico. Alle pazienti è stato somministrato la decitabine il primo giorno, la doxorubicina (farmaco chemioterapico) l’ottavo giorno, e il vaccino contro il cancro (a base della proteina NY – ESO – 1) il quindicesimo giorno.
Dall’analisi è emerso che il decitabine sortiva effetti solo se somministrato prima della chemioterapia mentre risultava del tutto inefficace se assunto dopo il trattamento chemioterapico.

Dei pazienti, quelli sottoposti a basso e medio dosaggio di decitabine, hanno mostrato un forte beneficio clinico mentre un terzo di quelli che hanno ricevuto una dose elevata ha evidenziato meno vantaggi rispetto ai primi.
Simili terapie combinate risultano molto importanti anche se, al momento, non vi è sufficiente rigore scientifico e clinico da farci stare tranquilli“, ha dichiarato Odunsi che però si dice molto fiducioso.
Per raggiungere risultati migliori e maggiormente attendibili, quindi, il luminare insieme al professor Adam R. Karpf, dell’Istituto Eppley e del Fred e Pamela Buffett Cancer Center presso l’Università del Nebraska Medical Center di Omaha, sta pianificando una seconda fase di studio volta a scoprire qualche cosa in più sugli effetti del farmaco in questione.

Autore | Marirosa Barbieri

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.