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Pakistan: Il Tabù Del Cancro Al Seno, Uccide Più Del Tumore

In Pakistan c’è un male che uccide più del cancro: il tabù sul tumore al seno.
Pronunciare la parola seno, in Pakistan, equivale a macchiarsi di blasfemia. Ciò è dovuto al fatto che, nel Paese di tradizione musulmana, la parola seno è associata a quella sesso.
Eppure il Pakistan conta una percentuale davvero elevata di donne malate di cancro; basti pensare che una su nove si troverà ad affrontare il cancro al seno nel corso della sua vita e che, questo male uccide di più degli attacchi terroristici, secondo il gruppo Pinkribbon sulla consapevolezza del tumore.

Molte strutture mediche e specialisti, quindi, utilizzano l’espressione di “cancro delle donne“, in luogo di “cancro al seno” per discutere e riferirsi a questa malattia.
Alcune donne pakistane scampate al cancro al seno e politici, come Fehmida Mirza ed altri gruppi stanno cercando di attirare l’attenzione sulla malattia rompendo il silenzio che la circonda.

Non c’è nulla per cui essere timidi“, ha detto Mirza in un’intervista rilasciata alla Associated Press, “nessuna donna dovrebbe morire per ignoranza e negligenza “.

IL CANCRO, IN CIFRE

Non esiste alcuna banca dati nazionale che raccolga le statistiche di cancro al seno ma le persone che combattono la malattia, in Pakistan, dicono che questa forma di tumore uccide quasi 40.000 donne ogni anno. Si tratta quasi della stessa cifra degli Stati Uniti anche se il Pakistan ha solo 180 milioni di residenti, gli Stati Uniti ne vanta 313 milioni.

P U B B L I C I T A'

Il funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Shahzad Aalam in Pakistan, ha detto che è difficile determinare l’esatta entità del male che, però, è dilagante ed i cui tassi sono destinati solo a peggiorare.
La malattia è il killer numero uno tra le donne“, ha detto Aalam.

Tra le donne pakistane c’è ben poca conoscenza sulla malattia. Secondo uno studio realizzato presso il Rawalpindi General Hospital, su 600 donne quasi il 70 % è totalmente all’oscuro della malattia, mentre l’88 % non conosce l’importanza dell’esame al seno ed il 68 % non ha capito quanto sia importante individuare i noduli al seno.

“Se le donne ricevono la diagnosi di cancro, non possono nemmeno condividerla con i familiari”, ha detto Omar Aftab che dirige il centro Pinkribbon in Pakistan, “proprio per questo stiamo cercando di distruggere il tabù”.

Durante un evento di sensibilizzazione nella capitale del Pakistan, Islamabad, alcune studentesse che hanno partecipato ad una lezione sul cancro al seno hanno chiesto agli uomini di andarsene.
Ci vorrà molto tempo perchè noi possiamo discutere apertamente di tali argomenti“, ha detto un studentessa che ha chiesto di rimanere anonima.

Un’altra sfida che il Paese è costretto ad affrontare riguarda il settore sanitario alle prese con una carenza di soldi e sistemi e tecniche all’avanguardia. L’ oncologo Saira Hasan del Shifa International di Islamabad ha detto che la maggior parte dei grandi ospedali mancano di strumenti per lo screening e la mammografia. Molte pazienti prima si rivolgono ai guaritori tradizionale e quando decidono, successivamente, di affidarsi ad un medico, la malattia è in fase avanzata.

Perchè i tassi di mortalità per cancro sono più elevati tra le donne pakistane rispetto a quelle di altri Paesi?

I motivi sono sostanzialmente due: il male viene diagnosticato tardi e le strutture sanitarie non sono delle migliori.

Hasan ha detto che diversi fattori hanno contribuito alla crescita della malattia e tra questi, ci sono soprattutto i tabù culturali.

Si rimane sorpresi nel sentire come le donne in realtà non affrontino il problema “, ha detto Sameera Raja, una delle superstiti del cancro al seno ricordando che una donna pakistana si sentirebbe in imbarazzo persino a parlarne con il proprio marito.

Del tutto diversa è invece l’attenzione al problema negli Stati Uniti, dove celebrità come la cantante Sheryl Crow o l’ attrice Christina Applegate hanno parlato liberamente della lotta contro il cancro al seno.
In Pakistan, invece, ciò non accade e solo grazie a Mirza che ha ritardato il suo trattamento per tre mesi dopo la diagnosi di tumore al seno, ricevuta nel marzo 2012, la questione ha assunto un certo rilievo sulla scena politica.
“C’era molta pressione su di me, pressione generata dal lavoro”, ha detto, “tutti avrebbero detto che quella del cancro sarebbe stata una scusa per scappare”.

Mirza ha detto che i suoi amici e parenti erano sconvolti quando hanno appreso della sula malattia, visto che il cancro è ritenuto una vera e propria condanna a morte.
Ma durante la malattia, lei ha frequentato conferenze internazionali ed ha continuato le sue battaglie politiche anche durante il trattamento di chemioterapia.

Mirza ora usa la sua posizione in Parlamento per sostenere i problemi di salute delle donne ed ha in programma di proporre un disegno di legge che renda obbligatorio lo screeining per il tumore al seno e le mammografie annuali; tra le sue iniziative c’è anche quella di insegnare l’importanza dei test al seno alle ragazze nelle scuole e sottoporre al Ministero della Salute la questione sull’assenza di una banca dati nazionale sulle morti di cancro al seno, nel Paese.

Autore | Marirosa Barbieri

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.