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Contro La Rabbia Interviene L’Aspirina!

Una nuova ricerca condotta in America dalla Chicago University e pubblicata sulla rivista scientifica Jama Psychiatry pone nuovamente l’attenzione sull’aspirina.
Già la conosciamo nelle sue vesti di analgesico, ma mai avremmo pensato di poterla utilizzare contro la rabbia e gli attacchi di ira (azioni violente e sproporzionate in risposta ad un qualsiasi altro evento).

In realtà l’aspirina non sarebbe la cura, ma un agente coadiuvante che potrebbe migliorare la terapia principale.

Secondo i ricercatori, infatti, quando un soggetto viene rapito dalla rabbia, si instaura nel suo corpo una eccessiva risposta infiammatoria causata da iper-produzione di citochine: piccole molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule e rilasciate nel mezzo circostante a seguito di uno stimolo, influenzando la crescita, la differenziazione e la morte delle cellule nei loro dintorni.
Sembrerebbe inoltre che le citochine restino in circolo anche nel post-ira, sviluppando una sorta di condizione cronica.

Ad ogni modo l’infiammazione potrebbe essere calmata dal nostro caro acido acetilsalicilico.
Ecco perchè gli studiosi hanno reclutato 70 persone affette dalla sindrome del Disturbo Esplosivo Intermittente (Intermittent Explosive Disorder – IED) e ne hanno analizzato dei campioni sanguigni.

P U B B L I C I T A'

Il riscontro è stato un maggiore livello di citochine nel sangue rispetto a dei soggetti sani e che non soffrono di attacchi di ira.
Questo suggerirebbe che alti livelli di citochine ed uno stato cronico di infiammazione potrebbero rendere le persone più sensibili ad attacchi di rabbia e a reazioni spropositatamente aggressive.

So che per molti questo potrebbe sembrare solo un alibi al caratteraccio di certa gente, ma bisogna compiere uno sforzo per riuscire a distinguere una sfumatura caratteriale da una patologia. In fondo era solo il 2006 quando uno studio della Harvard Medical School and the University of Chicago poneva l’accento su una nuova malattia definita come “incapacità di resistere agli impulsi aggressivi”. Circa 3 milioni di britanni ne soffrono ed è doveroso investigare sul perchè e sul come intervenire.

Dettaglio sull’azione dell’aspirina

poiché questo ultimo studio pone il processo infiammatorio in diretta correlazione con la rabbia, allora (forse) assumere una aspirina prima che l’ira prenda il sopravvento potrebbe essere una soluzione ai frequenti attacchi di rabbia.
citochine
L’acido acetilsalicilico andrebbe a bloccare l’infiammazione, agendo da FANS – farmaci anti-infiammatori non steroidei – (proprio come l’ibuprofene).

Ad ogni modo, alla stessa stregua dell’eminente prof. Emil Coccaro (protagonista della ricerca del 2006) il capo della ricerca Americana della Università di Chicago ha ammesso: “Non possiamo di già affermare con certezza che l’infiammazione possa scatenare un attacco d’ira o dei sentimenti che ad essa si avvicinano, ma è comunque una indicazione che le due cose (infiammazione e rabbia) sono interconnesse”.

Dal nostro punto di vista questo studio è un po’ piccino per poter tirare delle somme.
L’IED non è l’unico esempio di stato d’animo etichettato come malattia da curare.
Se prendiamo ad esempio l’Inghilterra (lo faccio perchè ho dei dati che parlano inglese) ci sono circa 2.5 milioni di persone con vari problemi emotivi: depressione, ansia, attacchi di panico, etc.

Affascinante è il punto di vista di Anne Cooke, psicologo clinico e docente universitario presso la Canterbury Christ Church University. Secondo lei stiamo andando un po’ oltre il concetto di malattia. Oggigiorno tendiamo a curare stati d’animo che dovremmo considerare normali all’interno del nostro ciclo vitale: “Lo facciamo perchè ci piace quando qualcuno in camice bianco ci dice di avere la soluzione a problemi come l’ira”.
Inoltre la Cooke pensa sia sbagliato voler curare degli stati emotivi solo con la farmacia. Bisognerebbe risolvere i problemi alla radice e non cercare di nasconderli sotto un palmo di sabbia. Il supporto sociale (come una conversazione con qualcuno che si ama) e la terapia di gruppo devono essere punto saldo per una corretta guarigione.
Per di più “pensare a se stessi come a dei malati mentali” potrebbe influenzare negativamente la propria autostima, creando problemi sempre più grossi ogni giorno che passa.

In questo la pensiamo proprio come Anne Cooke.
Inoltre non osiamo immaginare lo scenario che si potrebbe aprire sui problemi comportamentali dei piccini. Oggi si cura anche l’iperattività con delle pilloline.

Quindi bene il progresso. Bene le scienze, ma scrolliamoci di dosso questo alone magico del tutto-ed-ora!

Autore | Viola Dante

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.