Salute e Benessere Salute e Benessere è uno spazio web curato dalla dott.ssa V. Dante, che pubblica notizie ed approfondimenti su tutto quello che riguarda la salute dell'uomo. La combinazione tra il farmaco a bersaglio Everolimus e la terapia ormonale con Exemestane migliora in modo significativo il tasso di risposta al carcinoma mammario avanzato, riscontrato nelle donne in postmenopausa.
In particolare, la terapia sembra rallentare il tumore metastatico al seno (che risulta positivo al recettore per gli estrogeni e HER-2 negativo) con un significativo aumento della sopravvivenza libera da progressione che viene di fatto raddoppiata.
Lo dicono i dati diffusi in occasione del 37 ° Annual San Antonio Breast Cancer Symposium dai ricercatori Howard Burris e Sarah Cannon del Research Institute di Nashville nel Tennessee.
La scoperta è significativa dal momento che il cancro al seno costituisce una delle morti più diffuse in grado di mietere sempre più vittime. Sono quattro i tipi di tumore attualmente classificabili, secondo Michelino De Laurentiis, direttore dell’Oncologia Medica Senologica all’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli “i tumori triplo negativi, HER2-positivi, luminal A e luminal B“.
LO STUDIO
Una precedente analisi ha dimostrato che la sopravvivenza media libera da progressione (PFS) è più che raddoppiata in seguito alla terapia a base di Everolimus più Exemestane, rispetto alla cura basata sul placebo più Exemestane.
L’esperimento è stato condotto su una popolazione composta da 724 donne in postmenopausa con recettori ormonali positivi (HR +). Le donne sono state sottoposte ad un follow up di 18 mesi durante i quali hanno registrato una risposta positiva alla terapia.
Al termine del periodo terapeutico, il tasso di risposta obiettiva per la valutazione locale del tumore è stato significativamente più alto (12,6%) nel gruppo sottoposto alla cura di Everolimus più Exemestane, rispetto a quello che ha fatto uso della cura a base di placebo più Exemestane (tasso di risposta pari a 1,7 %).
La presente analisi ha anche mostrato una durata media più lunga della risposta complessiva nei pazienti trattati con questa combinazione ( 10,5 mesi ) rispetto a quelli che hanno fatto uso dell’altra (6,9 mesi). Tuttavia, solo quattro pazienti hanno risposto bene alla cura a base di placebo più Exemestane.
“I risultati ottenuti sono molto importanti ed evidenziano l’efficacia di questa combinazione contro la progressione del tumore“, ha detto il dottor Burris.
Come agisce il farmaco bersaglio?
Everolimus blocca la proteina mTOR rallentando lo sviluppo del tumore e indebolendo la resistenza alla terapia ormonale.
I BENEFICI
Secondo Sabino De Placido, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, esistono altri aspetti positivi legati alla combinazione di questi due elementi terapeutici.
Tra essi, va ricordato che gli effetti collaterali prodotti dalla nuova terapia sono molto più sopportabili rispetto a trattamenti più tossici.
“L’aggiunta di Everolimus a Exemestane“, concludono gli autori dello studio, “prolunga quindi la sopravvivenza dei pazienti con HR ( + ) avanzata ed incentivano l’uso del farmaco Everolimus in aggiunta al trattamento ormonale“.
Autore | Marirosa Barbieri
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