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5 Falsi Miti Sull’Obesità

Obesità. E’ uno dei problemi più diffusi oggigiorno, complici lo stile di vita frenetico, le cattive abitudini alimentari ed una serie di condizionamenti psico-fisici.
Attorno al problema si avvitano numerosi miti e luoghi comuni, la maggior parte dei quali risultano falsi e privi di ogni fondamento e destano, al contrario, inutili preoccupazioni ed apprensioni.

Abbiamo individuato almeno cinque luoghi comuni che andrebbero scardinati.

L’OBESITA’ DIPENDE DAI GENI

E’ un’ asserzione che abbiamo sentito più volte. Sebbene alcune persone siano predisposte al problema (può succedere, infatti, che esse vantino casi simili in famiglia) non è detto che la genetica c’entri sempre qualcosa.
All’inizio, l’aumento esponenziale del fenomeno ha indotto i ricercatori a pensare che il problema fosse dovuto a cause genetiche. Tuttavia, tra il 1980 ed il 2000 il numero di persone obese è aumentato talmente tanto da rendere improbabile l’ipotesi di cause genetiche.
E allora, perchè ci sono molti individui obesi?
La risposta è elementare: mangiamo tanto, grazie alle possibilità (economiche e di vita) che abbiamo.

P U B B L I C I T A'

Prima della seconda guerra mondiale, la famiglia media americana spendeva fino al 25 % del suo reddito complessivo per il cibo. Nel 1966, la famiglia media invece ha speso il 31 % del suo budget familiare per mangiare e bere. Nel 2011, la percentuale è lievitata al 49%.
Lo stile di vita odierno, ci impone pasti sregolati e fuori casa (mangiare al ristorante o presso fast-food provoca un consumo maggiore di calorie e quindi ci predispone all’obesità); l’industria alimentare, inoltre, sforna prodotti sempre più complessi ed ipercalorici e ci spinge, grazie ad un’accorta e studiata campagna pubblicitaria basata sulla formula “all you can eat“, a consumare più del necessario.
Tra gli alimenti più amati dalle persone, ci sono le caramelle, le pizze, le patatine, gli hamburger.
Il potere degli spot pubblicitari sull’istinto della fame è stato dimostrato anche da uno studio durante il quale ad alcuni soggetti è stato chiesto di assaggiare una varietà di cibi durante la visione di un programma televisivo dal tema alimentare. E’ stato osservato che i pazienti hanno consumato un’elevata quantità di crackers e snack durante questi programmi culinari.

SE SEI OBESO, TI MANCA L’AUTOCONTROLLO

Quante volte le persone obese si sono sentite rimbrottare in questi termini: “se sei obeso è colpa tua, perchè non sai controllarti a tavola“.

Secondo uno studio che risale al 2006, non serve mangiare poco per avere la certezza di rimanere magri.
La ricerca ha dimostrato che lo stress e l’ansia ci inducono a consumare un’elevata quantità di cibo e ci predispongono al rischio di ingrassare, nonostante pratichiamo un’alimentazione sana.

MANGI POCA FRUTTA E VERDURA? RISCHI L’OBESITA’

L’obesità non è correlata al mancato consumo di alimenti freschi e sani, come la frutta e la verdura.
Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti stima che la maggior parte delle persone ha accesso alla frutta e alla verdura eppure circa il 65 % della popolazione della nazione è in sovrappeso o obesa.
Il problema obesità, quindi, deriva dal fatto che siamo più orientati a preferire cibi gustosi, più costosi ed ipercalorici in luogo di quelli sani e freschi che pure popolano le nostre dispense.

L’OBESITA’ E’ LEGATA ALLA SEDENTARIETA’

Secondo i Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, non vi è alcuna relazione tra i livelli di attività fisica praticata da una persona ed il tasso di obesità.
Il National Health and Nutrition Examination ha scoperto che le persone che consumano, in media, più di 500 calorie in più al giorno, fanno tanta fatica a smaltire i chili in eccesso.
Questo significa che l’attività fisica (seppur praticata con grande costanza), non riuscirà mai a bilanciare del tutto l’eccessiva introduzione di grassi e calorie.

L’ EDUCAZIONE ALIMENTARE PREVIENE L’OBESITA’

Conoscere i cibi che arrecano danni alla nostra salute, appurare che cosa ci fa bene e che cosa ci fa male, educarsi ad una sana e corretta alimentazione, non ci previene dal rischio di diventare obesi.
Uno studio condotto dalla University of Maryland School of Nursing su un campione di infermieri (persone, quindi, che hanno consapevolezza dei rischi di una scorretta alimentazione) ha riscontrato che il 55 % dei soggetti intervistati erano in sovrappeso o obesi.
Perchè?
L’industria del cibo ci bombarda di messaggi e prodotti poco salutari dinanzi ai quali non riusciamo a resistere.
E’ questo il vero e proprio tallone di Achille della nostra società. A ciò si somma, poi, la mancanza di norme cogenti e stringenti che ci permettano di controllare gli abusi.

Ad esempio, negli States, solo gli stabilimenti autorizzati possono vendere alcolici a persone di età superiore a 21 anni e l’alcool non può essere venduto nei distributori automatici. Eppure ci sono pochissime norme o regolamentazioni per proteggere gli americani dall’ eccessivo consumo di cibo.
Statuire regole che impongano limiti al consumo di determinati cibi, potrebbe rivelarsi una vera soluzione.
Basti pensare che nel 19 ° secolo (quando non c’erano controlli sulla qualità dell’acqua potabile) le malattie infettive costituivano una delle principali cause di decesso. Con la successiva introduzione di alcune prescrizioni e regole, il numero di decessi è sensibilmente diminuito.
Quante persone si salverebbero dall’obesità, malattie cardiache, ipertensione e diabete se solo si attenessero a qualche piccolo dettame?

QUALCHE DATO SULL’OBESITA’

I dati dell’Oms parlano chiaro: nel 2008, 1,5 miliardi di adulti soffriva di obesità un problema che continua ad attanagliare Paesi ricchi e meno ricchi.
Il dato preoccupante è dato dall’incremento dell’obesità infantile (nel 2010, 43 mln di bimbi risultavano in sovrappeso).

Autore | Marirosa Barbieri

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.